Intorno alla Divina Commedia


Dopo tempo immemorabile ho ripreso la lettura di un’opera da me totalmente dimenticata: la “Comedia”. Stavolta, però, ho deciso di voler un po’ approfondire la conoscenza di quella che è ormai universalmente nota col nome, attribuitole da Giovanni Boccaccio, di Divina Comedia.
Nel secondo Canto dell’Inferno, al verso 66, mi ha colpito la frase che recita: “per quel ch’i’ ho di lui nel cielo udito“, dalla quale sono scaturite le considerazioni che qui brevemente espongo.

Nel verso sopra citato Beatrice sta parlando a Virgilio di Dante. Sol che si pensi che tutti i personaggi e i dialoghi sono frutto dell’immaginazione di Dante, trovo stupefacente, umile, rispettoso, infinitamente buono e intimamente intelligente il modo in cui il Poeta esprima un pensiero, ma più un timore, una certezza! Trovo in questa frase un uomo preoccupato, ma sicuro al tempo stesso; scopro un uomo che non osa parlare di un Luogo al quale, per ora, non può anelare, tanto la selva appaia “e aspra e dura” … e trovo un uomo che pensa a quel Luogo come al passo ultimo per la propria salvezza.
Il fatto che Dante abbia deciso di esprimersi attraverso una donna mi ha letteralmente commossa. Mentre con la presenza di Virgilio, L’Alighieri pone un limite a se stesso, riconoscendo e usando un essere a sè molto più simile (una specie di controfigura o ancora come un bambino autistico che non riesce ad abituarsi all’uso della prima persona e che affida ad un altro il tentativo di aiutarlo; Dante sa, infatti, che l’aiuto che saprà dare a se stesso non sarà abbastanza. L’umiltà è nel riconoscerlo e l’intelligenza nello scegliere il miglior contubernale che potesse trovare, sempre se stesso), quindi, mentre con Virgilio pone il limite, riconoscendolo, e affidando l’aiuto per oltrepassarlo a qualcuno che può essere certamente più ammirato e capace di lui, con Beatrice trovo si superi!  … “per quel ch’i’ ho di lui nel cielo udito”; oltre alla tenerezza che mi invade nello scoprire tanta semplicità in tanta intelligenza, mi vien voglia di vedere il volto e l’espressione di Dante mentre scrive tale verso. Egli sa che è benvoluto! O forse lo spera a tal punto da donare questa esternazione a se stesso, come se a dirlo, o meglio, a scriverlo, sia impossibile per chiunque non prenderlo in considerazione. Ecco, una speranza così grande affidata ad una donna … Beatrice, descritta come beata, lontana dall’essere toccata da qualsiasi male. Sono convinta che qui, Dante, si conceda di far parlare la parte interiore più bella di sè, la più pura. Non potendola però vantare in toto (perché accompagnata inevitabilmente dalla parte più umana), è come se la separasse per poterla far uscire e la rendesse terrena, raggiungibile (come lo è l’amore). Vedo un uomo che per arrivare alla parte più bella di sè deve prima privarsene e regalarla, per poterla riconoscere e ricongiungervisi. Come quando, immischiati fino al midollo in determinati eventi, non riusciamo a vedere chiaramente cosa ci sta succedendo e il buono ed il bello ci sfuggono; così abbiamo bisogno di un soccorso esterno, qualcuno che meglio di noi sappia aprirci gli occhi. Vedo un uomo che cerca di guardare la sua anima (la parte bella della sua anima) dopo essere riuscito a separarla da tutto il resto, in modo da conferirle pieno potere.
Mi ha commossa, si, la scelta (forse più la consapevolezza) di una donna; come se in ognuno di noi ci fosse davvero la dualità. Ci sono un uomo ed una donna in ognuno di noi, o meglio, ci sono due esseri in ognuno di noi, quello mortale e quello immortale, quello brutto e quello bello, quello puro e quello che non lo è. Il tutto credo che sia di una delicatezza inusuale. Il fatto che Dante abbia scelto Beatrice (che sia esistita oppure no), una donna, e che le abbia concesso di sviscerare la sua parte più aulica, lo considero la prova che tutto ciò che veramente resiste in noi, traumatizzati, a volte, da una realtà che ci lascia increduli, è ancora, sempre, l’amore!

Beatrice, l’amore, la parte migliore di noi stessi, il coraggio di cercarsi e ritrovarsi. Una donna … la sola che possa dare la vita in modo naturale e comprensibile, la sola che possa perpetuare ciò che ci tiene in vita : l’amore.

Norma

19 pensieri riguardo “Intorno alla Divina Commedia

    1. E dopo averti consegnato il premio per il commento numero ultimo, eccomi a consegnarti quello per il commento numero primo, caro Vale :-)))))
      Oggi, e soltanto oggi, vinci la prima suppellettile (era da tanto che lo volevo scrivere) non da cucina della storia delle suppellettili non da cucina :-O
      Mi chiederai: ecchemenefaccio????? Ora te lo spiego, Vale ^________^
      La tua suppellettile, se hai un cane, un gatto, un gallo, un tacchino oppure una tartaruga, potrà essere utilisssssima per tenerlo a bada; infatti, qualsiasi animale di compagnia tu abbia, la suppellettile che hai testé vinto, rappresenterà il suo goco prediletto :-)))) La seppellett … suppell … seppellirà!, e la risuppel .. riseppellett .. riseppellirà!, in giardino per tutto il giorno e tu non dovrai nimmanco più portarlo fuori per i bisogni (l’animale di compagnia che ti sei scelto)
      Beh … se non è un superpremio questo, io davvero non so! ^____________________^
      Ssssssssssssssssssssssssssstrassssssssssssssssssssssmack, Valeeeeeeeeeeee :-)))
      :-*
      :-*

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  1. Mecocommeriiiiii!!!!! :-O :-O :-O Grandioso questo tuo commento, non ci si capisce una mazza come se lo avesse scritto un vero critico letterario!!!! ^_____________^ Quindi è davvero un commento di alta qualità :-))))) A parte gli scherzi, il post è una ca… ahem … è un vero capolavoro 🙂 Buona giornata e aririssssssssssssssssssstrassssssssssssmack !!!! 🙂
    :-*
    :-*

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    1. Ahahahahahahhahah Vale, ci stavo quuuuuuasi per credere, ma poi il mio leggendario buonsenso e la mia innata prontezza nel capire quando si scherza (ahahahahahahahah) mi hanno suggerito che stavi scherzando ^__________________^
      Eh si, in effetti, rileggendomi … ma che caspiterina ho scritto???? :-O ^__________^
      Va beh dai, ormai è già un post vecchio, menomale :-)))))
      AriSssssssssssssssstrassssssssssssssmack, caro Vale
      :-*
      :-*

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  2. Sei stata molto brava a discettare di un tema così complicato, Norma. La Divina Commedia, come noto, nasce da una visione negativa della realtà del tempo.
    Il mondo corrotto del Medioevo, il clero che si concede piaceri terreni e l’imperatore che si occupa di tutto tranne che dell’Italia, spingono Dante a scrivere il poema durante l’esilio.
    Fatto che rende ancor più cupa la sua visione negativa del mondo circostante. Dante lo fa in modo sublime tanto che ancor oggi questo grandioso poema è oggetto di studio ad iniziare dalle scuole superiori.
    Se devo essere sincero, e lo sarò, a me è piaciuto più di tutti l’Inferno, quel quinto canto – https://www.youtube.com/watch?v=Xf4oNvuJ2mo (un Gassman superlativo) – che lo ha reso celebre in tutto il mondo. Lo trovo per tanti motivi molto umano, materiale e imperfetto (come l’Inferno dantesco è il regno dell’imperfezione) mentre e al contrario la posizione di Beatrice nel paradiso perde quella parte fisica che partecipa la sofferenza anche interiore, per trasforrmarsi in un amore purificato dalla vicinanza all’Altissimo. Mandi piciule, une busadutte su la spice dal nas.. ^_________^

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    1. Sono d’accordo quando dici che la realtà del tempo fosse negativa, caro Vince, ma io credo che Dante in questo capolavoro sia molto, molto ottimista (perlomeno con se stesso). E’ incredibile come riesca a trarre ogni dubbio, ogni ragionamento da sé aiutandosi con un’intelligenza incomparabile e con una speranza (sorella stretta dell’ottimismo) per se medesimo, ineguagliabile 🙂
      ci vedo più che altro questo in questa sua grande opera e gode della mia simpatia in modo incommensurabile 🙂
      “Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare!!!!” Troppo bello …
      E bellissima questa interpretazione. Grazie Vinve!!!! :-* Un bacione a te 🙂

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  3. Stasera non ce la faccio a leggere…non comprenderei (forse non comprenderò nemmeno quando tornerò a rileggere eh) ma stasera volevo solo regalarti un piccolo cuoricino tutto per te ed un caro abbraccio…stretto stretto e silenzioso ❤ ❤ Ciao cara…

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    1. Vale, mi sono un po’ fermata, ma la riprenderò presto, presto, presto 🙂
      Invece tu goditi la bellezza di questo magnifico premio che hai appena vinto :-)))) Quello per aver scritto anche stavolta il commento numero ultimo 🙂
      Vinci infatto l’ultimo canto dell’inferno, in formato PDF, ma modificabile per appunti, chiose, anfibologie, scartafacci, tautologie e chi più ne ha più ne metta :-))))) della storia degli ultimi canti dell’Inferno, in formato PDF, ma modificabile per appunti, chiose, anfibologie, scartafacci, tautologie e chi più ne ha più ne metta!!!
      Immagino quanto ti divertirai a leggere, studiare, annotare, modificare e chi più ne ha più ne metta eul tuo bel PDF. Questo premio.regalo è stato pensato e studiato per persone appassionate di letteratura e credo proprio che ti confaccia :-))))) E’ un premio serio, eh! Che più serio … non so se ci sia mai stato nella storia dei premi seri di questo blog ^_____________^
      Ssssssssssssssssssssstrasssssssssssssssssssmack!!!!!!
      :-*
      :-*

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