Un mondo su misura – Parte seconda

Quando Yvonne, stordita e ancora spaventata era riuscita a riaprire per bene gli occhi, il ragno era sparito, ma la sua condizione non era granché migliorata: rimaneva intrappolata senza alcuna possibilità di fuggire. Ora però le era venuta una curiosità improvvisa e voleva che il ragno tornasse a farle visita; voleva provare a parlargli. Yvonne non era più una bambina e per qualche strana e misteriosa certezza credeva che le formiche potessero dialogare con i ragni. Così aveva cominciato a dondolarsi, prima adagio adagio cercando di trovare l’ondeggio giusto e quando vi era riuscita, la ragnatela, agli occhi di una mosca che sorvolava la zona, sembrava più una giostra per bambini nel grande Luna Park della vita … Yvonne l’aveva vista e le aveva teso la zampina, facendo precedere il movimento dalla decisione nelle sue nuove antenne (non le aveva ancora usate, ma ne intuiva già l’utilità). La mosca, dal canto suo, aveva roteato gli occhi, probabilmente per assicurarsi che il padrone delle giostre non decidesse di visitare il Parco, e in un baleno aveva deciso di aiutare la formichina. Ormai il movimento della ragnatela poteva vantare un numero da Circo, ma Yvonne era tranquilla, non sarebbe caduta, perché sapeva che la tela con la quale il ragno la costruiva, poteva allungarsi del 30/40%  senza spezzarsi. Anche la colla cominciava a perdere la forza. Più che il ragno, ad Yvonne faceva senso la ragnatela, costituita dalla maggior parte di proteine ed anche questa l’avrebbe volentieri lasciata in istudio agli scienziati e ai professoroni; l’idea di trovarsi imprigionata nelle proteine dava ad Yvonne un senso di nausea e la faceva sentire rinchiusa in un bidone dell’immondizia, quello per l’umido, chissà perché! Quando la mosca le si era avvicinata, aveva sorriso, ne era cerrta! Perché le sue antennine vibravano di gioia. Oh si! Le aveva viste! Ecco … quello che Yvonne non avrebbe mai detto era che le formiche potessero parlare con le mosche e il ciao che aveva appena udito le era sembrato davvero familiare! – Non ci posso credere!! Cosa ci fai tu qui?? – Yvonne avrebbe riconosciuto la sua voce in mezzo ad un miliardo di altre voci … La mosca l’aveva guardata e le aveva teso la zampina a sua volta. Proprio in quel momento però un colpo di vento aveva influenzato l’altalena della tela e anche la mosca era finita nell’intricato susseguirsi di fili indissolubili … La vista del ragno era ancora lontana, ma il suo arrivo si era fatto sentire non appena il Luna Park aveva spento le luci … Ora il movimento della tela ricominciava, ma non era più la formichina a volerlo; Yvonne aveva guardato la mosca … – Come hai fatto a diventare una mosca? – ma la mosca non aveva potuto risponderle, perché un secondo dopo il ragno l’aveva sollevata e portata via lontano …

• Continua

Norma